Conti correnti e interessi: quanto fruttano davvero i soldi fermi in banca e cosa sapere per farli crescere

Molti risparmiatori italiani si trovano a riflettere su come gestire le proprie giacenze bancarie in un periodo caratterizzato da tassi d’interesse variabili e continue oscillazioni dell’inflazione. L’idea di lasciare il proprio denaro fermo sul conto corrente può sembrare rassicurante, ma è davvero vantaggiosa? Oggi, mantenere una liquidità elevata sul conto corrente non solo genera un rendimento minimo, ma comporta anche rischi legati all’erosione del valore reale del denaro.

Interessi sui conti correnti: la realtà dei rendimenti

I conti correnti tradizionali in Italia continuano a offrire interessi praticamente nulli, anche nel 2025. Nonostante la concorrenza tra istituti e l’attenzione crescente alle esigenze della clientela, la remunerazione su queste soluzioni resta al di sotto dell’1% annuo lordo per la quasi totalità delle banche. Questo significa che i soldi lasciati fermi su un conto corrente, al netto di spese di gestione e imposte, difficilmente potranno crescere anche dopo diversi anni.

L’unico vero vantaggio del conto corrente resta la liquidità immediata e la sicurezza di poter accedere ai fondi senza vincoli. Tuttavia, va sottolineato che:

  • I costi di gestione annuali – commissioni, canone e operazioni extra – riducono il saldo disponibile senza alcun beneficio effettivo.
  • L’inflazione svolge un ruolo chiave nell’erosione del potere d’acquisto, agendo come una sorta di tassa occulta che “mangia” il valore dei risparmi lasciati inattivi.Inflazione

Anche quando le banche propongono nuove offerte, queste sono spesso riservate a conti deposito o a strumenti vincolati, e non ai conti correnti.

Conti deposito: un’opportunità per rendimenti superiori

Per chi desidera valorizzare la propria liquidità senza assumere rischi elevati, la soluzione più immediata e sicura resta il conto deposito. Questa tipologia di strumento, specificamente progettata per la raccolta di risparmi, offre tassi d’interesse nettamente più alti rispetto ai conti correnti.

Nel 2025, i migliori conti deposito propongono tassi lordi compresi tra il 3,5% e il 4,5% a seconda della durata del vincolo, della solidità dell’istituto bancario e delle eventuali promozioni attive sul mercato.Conto deposito Alcuni esempi attuali includono:

  • Conti vincolati a 12 mesi: tasso lordo tra il 3,25% e il 3,50%.
  • Conti vincolati a 24 mesi: tasso lordo fino al 4% sulle migliori offerte.

È importante, però, considerare che il rendimento effettivo va calcolato al netto delle imposte:

  • Ritenuta fiscale del 26% sugli interessi percepiti.
  • Imposta di bollo dello 0,20% annuo calcolata sulla giacenza media annua, spesso a carico del cliente.

Per esempio, un tasso d’interesse del 4% lordo, al netto della tassazione e del bollo, può facilmente ridursi a poco più del 2,8% reale. Questa cifra, tuttavia, rappresenta comunque un rendimento notevolmente superiore rispetto ai conti correnti tradizionali.

Rischi della liquidità ferma e come mitigarli

Lasciare troppa liquidità ferma e non investita equivale spesso a una perdita certa in termini di potere d’acquisto. In Italia, secondo dati aggiornati, la liquidità media depositata sui conti oscilla intorno ai 15.000 euro per famiglia, una somma che resta sottoposta ai seguenti rischi:

  • Rischio inflazione: anche con i prezzi in lieve crescita, il denaro si svaluta nel tempo.
  • Zero interesse: la banca ricava vantaggi dall’impiego dei fondi dei clienti, senza però riconoscere un reale beneficio agli stessi.
  • Costi di gestione e imposte: anche se contenuti, erodono progressivamente il capitale disponibile.

Di fronte a questa situazione, è consigliabile:

  • Limitare la giacenza sul conto corrente alle necessità operative mensili e a un fondo di emergenza pari a 3-6 mensilità delle spese personali.
  • Allocare la parte eccedente in strumenti remunerativi come conti deposito, titoli di Stato o fondi a bassa volatilità, in base al proprio profilo di rischio.

La cosiddetta regola del 50-30-20 può essere un punto di partenza: il 50% delle entrate copre bisogni essenziali, il 30% desideri o investimenti, il 20% va risparmiato o investito strategicamente.

Strategie per far crescere i propri risparmi in banca

Per ottimizzare la crescita dei risparmi è fondamentale un approccio consapevole e diversificato. Ecco alcuni suggerimenti pratici:

  • Monitoraggio continuo del mercato: informarsi sulle nuove offerte bancarie e promozioni periodiche, scegliendo conti deposito o prodotti con tassi interessanti ma condizioni chiare e trasparenti.
  • Vincolare solo la liquidità eccedente: evitare vincoli eccessivi sulla totalità dei risparmi per mantenere una porzione sempre disponibile.
  • Valutare la solidità dell’istituto bancario: anche se il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi copre fino a 100.000 euro per cliente, affidarsi a banche solide e trasparenti offre maggiore tranquillità.
  • Affiancare altri strumenti finanziari: titoli di Stato, buoni fruttiferi postali e strumenti a basso rischio possono essere complementari al conto deposito, soprattutto in scenari di tassi variabili.

Attenzione alle spese e ai rischi nascosti

Un errore frequente consiste nel trascurare i costi impliciti di alcuni prodotti, come penali di svincolo anticipato, commissioni annuali o condizioni vincolanti. Inoltre, è bene ricordare che nessuno strumento bancario può dirsi totalmente “a rischio zero”, per quanto si tratti di basse probabilità. L’eccessiva concentrazione della liquidità in un solo istituto espone comunque a rischi di mercato o a variazioni negative dei tassi futuri.

Infine, è essenziale valutare con attenzione ogni offerta, evitando decisioni di impulso e consultando sempre fonti affidabili e aggiornate, possibilmente con l’aiuto di consulenti indipendenti o piattaforme autorevoli.

In sintesi, il denaro lasciato “ferm o” su un conto corrente oggi difficilmente genera ritorni apprezzabili. Solo attraverso una diversificazione oculata e scelte razionali è possibile proteggere e valorizzare il proprio patrimonio in banca, anche in un contesto in rapida evoluzione.

Lascia un commento