Infarto nei giovani: cause, segnali da non ignorare e come prevenire le malattie cardiache fin da ragazzi

Negli ultimi anni, la preoccupazione per la salute cardiovascolare nei giovani è cresciuta sensibilmente. In Italia, i casi di infarto in età giovanile sono aumentati in modo significativo: si è passati da circa 5.000 a oltre 6.000 episodi annui, coinvolgendo persone spesso considerate fuori da ogni rischio apparente, compresi atleti e giovani adulti in buona salute. Questa tendenza sta spingendo la comunità scientifica e le istituzioni a riflettere in modo più approfondito sulle cause, sui segnali d’allarme da non sottovalutare e sulle strategie di prevenzione precoce delle malattie cardiache.

Cause dell’infarto nei giovani

Contrariamente a quanto si pensasse in passato, le malattie cardiovascolari non sono più prerogativa esclusiva della popolazione anziana. Diversi fattori contribuiscono a spiegare l’aumento di casi nei giovani:

  • Fattori genetici: Alcune patologie cardiovascolari presentano una componente ereditaria significativa. Fra queste, spiccano le cardiopatie congenite e l’ipercolesterolemia genetica, che provoca livelli elevati di colesterolo nel sangue fin dalla giovane età, aumentando il rischio di infarti prematuri.
  • Malformazioni congenite: Le malformazioni congenite delle coronarie possono essere alla base di eventi cardiaci improvvisi, anche tra ragazzi privi di altri fattori di rischio apparenti.
  • Stile di vita sedentario: L’abbandono dell’attività fisica, spesso accentuato dallo smart working e dall’utilizzo eccessivo di dispositivi digitali, induce una maggiore incidenza di fattori come sovrappeso, ipertensione e resistenza insulinica.
  • Abitudini alimentari poco sane: Un’alimentazione ricca di grassi saturi, sale e zuccheri favorisce l’insorgenza di placche aterosclerotiche, anche nei giovani.
  • Fumo di sigaretta e alcol: Questi comportamenti rappresentano importanti fattori di rischio modificabili. La nicotina e altre sostanze tossiche danneggiano le pareti delle arterie fin dai primi anni di consumo.
  • Impatto del COVID-19: Studi recenti suggeriscono che l’infezione da SARS-CoV-2 possa provocare o favorire danni a livello cardiovascolare anche nei giovani, accentuando l’incidenza di eventi acuti come l’infarto.

Particolarmente preoccupante è il dato sulle morti cardiache improvvise: ogni anno queste colpiscono circa 1.000 persone con meno di 35 anni in Italia, spesso senza sintomi premonitori e senza una diagnosi precedente di malattia cardiaca. In molti casi, l’evento acuto rappresenta la prima manifestazione clinica di una patologia di base mai riconosciuta prima d’allora.

Segnali da non ignorare

Il riconoscimento tempestivo dei segnali d’allarme è essenziale per intervenire con efficacia e ridurre la probabilità di esiti fatali. I sintomi dell’infarto nei giovani possono differire da quelli più classici riscontrati negli adulti:

  • Dolore toracico anomalo: Può essere costrittivo, bruciante o irradiarsi verso spalle, braccia, collo, mandibola o schiena. A volte si manifesta come un semplice fastidio persistente.
  • Palpitazioni improvvise o tachicardia inspiegata.
  • Svenimenti (sincope), specie durante sforzi fisici intensi o situazioni di stress emotivo.
  • Fiato corto anche a riposo o dopo uno sforzo minimo.
  • Sudorazione fredda, nausea e vertigini.

Questi campanelli d’allarme non devono mai essere sottovalutati, anche nei giovani apparentemente sani. Spesso il sottovalutare sintomi “minori” conduce a ritardi diagnostici potenzialmente fatali, soprattutto quando si tratta di alterazioni congenite o patologie ereditarie silenti.

Dunque, ogni sincope inspiegata, dolore toracico o manifestazione atipica merita una valutazione specialistica, con la presa in carico da parte di un cardiologo che possa escludere o confermare la presenza di una patologia.

Come prevenire le malattie cardiache fin da ragazzi

La prevenzione resta il cardine fondamentale nella lotta contro le malattie cardiovascolari, soprattutto nella fascia d’età giovanile:

  • Controlli periodici: Un semplice elettrocardiogramma (ECG) di base, associato alla raccolta anamnestica familiare e a esami ematochimici, può individuare la presenza di alterazioni subcliniche. In presenza di familiarità per eventi cardiaci precoci, il monitoraggio deve essere ancora più attento.
  • Alimentazione equilibrata: Prediligere una dieta mediterranea ricca di frutta, verdura, legumi, cereali integrali, pesce e olio d’oliva aiuta a mantenere bassi i livelli di colesterolo LDL e riduce l’infiammazione delle pareti arteriose.
  • Attività fisica regolare: Bastano almeno 150 minuti a settimana di attività aerobica moderata per ridurre sensibilmente il rischio cardiovascolare. L’inattività è uno dei principali nemici del cuore giovane.
  • Stop al fumo e riduzione dell’alcol: Evitare completamente il fumo e limitare fortemente l’alcol sono passaggi cruciali per proteggere la salute delle arterie fin dalla giovane età.
  • Gestione dello stress e qualità del sonno: Ansia, stress cronico e cattiva qualità del riposo notturno influiscono negativamente sull’equilibrio ormonale e aumentano il rischio di aritmie e infarti.

Inoltre, per le persone affette da ipercolesterolemia genetica o altre patologie ereditarie, sono necessari protocolli di prevenzione personalizzati e, se indicato, terapie farmacologiche in età precoce. Secondo dati delle società scientifiche, nel mondo circa l’1% della popolazione è colpito da questa condizione, troppo spesso sottodiagnosticata e non trattata adeguatamente.

L’importanza della consapevolezza e dell’educazione alla salute cardiaca

Sensibilizzare le nuove generazioni sui rischi e sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari rappresenta oggi una priorità. Troppo spesso il cuore nei ragazzi viene trascurato perché si associa il rischio d’infarto alla terza età. Ma il cambiamento degli stili di vita, l’abuso di sostanze, la pressione mediatica e lo stress hanno abbassato l’età media delle sindromi coronariche acute.

Il coinvolgimento di scuole, famiglie e istituzioni nella promozione di corretti stili di vita è essenziale. Molte morti potrebbero essere evitate con semplicissimi accorgimenti: controlli della colesterolemia nei giovani, identificazione precoce delle anomalie congenite, maggiore attenzione nell’anamnesi familiare e promozione attiva della cultura della prevenzione.

Infine, va ricordato che le malattie cardiovascolari restano la prima causa di disabilità e di mortalità sia in Italia che a livello globale, provocando il 34% dei decessi totali e raggiungendo il 39% nelle donne che, statisticamente, sono ancora meno attente ai controlli preventivi rispetto agli uomini. Intervenire in modo tempestivo, informato e personalizzato può fare la differenza tra una vita sana e un rischio permanente per l’integrità cardiaca.

La tutela del cuore deve cominciare già dall’infanzia e proseguire lungo tutto l’arco della vita, perché la salute non ha età, ma solo buone abitudini da coltivare fin da subito.

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