Cosa indebolisce le ossa: le cause più comuni della perdita di calcio e come prevenirla

La salute dello scheletro rappresenta uno degli aspetti fondamentali del benessere generale, ma spesso viene trascurata fino al manifestarsi di disturbi gravi come fratture e osteoporosi. La perdita di calcio nelle ossa è un processo silenzioso, influenzato da numerosi fattori che, nel loro insieme, possono promuovere l’indebolimento della struttura ossea e aumentare il rischio di malattie croniche.

Principali cause dell’indebolimento osseo

Tra le cause più comuni che portano a ossa fragili, un ruolo centrale è svolto dalla carenza di calcio. Questo minerale è componente essenziale della matrice ossea e la sua mancanza compromette progressivamente la resistenza delle ossa. Le cause dietetiche sono tutt’altro che rare, soprattutto nei regimi alimentari poveri di latticini, verdure a foglia verde, tofu, mandorle e alimenti fortificati con calcio. Anche condizioni che determinano malassorbimento intestinale – come la celiachia o il morbo di Crohn – riducono l’effettivo apporto di calcio necessario all’organismo.

La carenza di vitamina D si associa indissolubilmente a quella di calcio. Senza un livello adeguato di vitamina D, l’assorbimento intestinale del minerale diminuisce drasticamente, rendendo inefficace anche una dieta ricca di calcio. L’insufficiente esposizione alla luce solare, una dieta povera di vitamina D e patologie che ne ostacolano il metabolismo sono tra i principali responsabili di questo deficit.

Un altro fattore determinante è rappresentato dagli squilibri ormonali. Le paratiroidi e la loro produzione dell’ormone paratiroideo (PTH), insieme alla calcitonina e alla stessa vitamina D, regolano finemente il metabolismo del calcio nel corpo. Patologie che colpiscono questi ormoni, come l’ipoparatiroidismo o l’ipermagnesemia, oppure alterazioni associate a disfunzione renale, possono portare a una perdita di calcio e di conseguenza a una riduzione della densità ossea.

Osteoporosi e fattori di rischio correlati

Fra le principali complicanze di una perdita prolungata di calcio vi è l’osteoporosi. Questa condizione, definita dalla progressiva riduzione della massa ossea e dall’alterazione della microarchitettura ossea, aumenta il rischio di fratture anche in seguito a traumi minimi. Sebbene l’incidenza dell’osteoporosi sia maggiore tra le donne in menopausa – complice la riduzione degli estrogeni che proteggono l’osso – esistono numerosi altri fattori che contribuiscono a questa malattia.

I fattori di rischio controllabili includono:

  • Stile di vita sedentario
  • Dieta povera di calcio, proteine e vitamina D
  • Eccessivo consumo di alcol, caffè e sale
  • Abitudine al fumo
  • Assunzione di alcuni farmaci come corticosteroidi, anticonvulsivanti, bisfosfonati e altri che alterano il metabolismo osseo

Ulteriori fattori non modificabili sono l’età avanzata, la familiarità, l’etnia e la presenza di fratture pregresse dovute a fragilità scheletrica. Le donne sono colpite più frequentemente, in particolare dopo la menopausa quando la carenza estrogenica accelera il riassorbimento osseo.

Ruolo di patologie e farmaci nell’indebolimento delle ossa

Le patologie endocrine e metaboliche incidono pesantemente sulla stabilità ossea. L’ipocalcemia, ovvero la presenza di bassi livelli di calcio nel sangue, deriva spesso da deficit ormonali come l’ipoparatiroidismo, ma anche da malattie renali che aumentano l’escrezione urinaria di calcio e riducono la capacità di attivare la vitamina D. Altre condizioni, meno comuni ma significative, includono deficit di magnesio, disturbi congeniti delle paratiroidi, o la ridotta risposta dei tessuti all’ormone paratiroideo.

I farmaci sono un elemento sottovalutato nel determinare la perdita di calcio e il conseguente indebolimento delle ossa. Alcuni antibiotici, i corticosteroidi, la rifampicina, gli anticonvulsivanti come fenitoina e fenobarbital, e le terapie con calcitonina o bisfosfonati possono compromettere l’equilibrio minerale e favorire la decalcificazione ossea. Talvolta, l’assunzione cronica di alcuni integratori di fibra può ridurre la biodisponibilità del calcio nel tratto gastrointestinale, limitando ulteriormente l’assorbimento.

Strategie efficaci per la prevenzione

Prevenire la perdita di calcio e l’indebolimento osseo richiede un’azione su più fronti:

  • Attività fisica regolare: l’esercizio moderato e costante, in particolare gli esercizi di carico (come camminata veloce, danza, sollevamento pesi), ha un effetto positivo sulla densità ossea e contribuisce alla mineralizzazione dello scheletro.
  • Dieta equilibrata: è fondamentale assicurarsi un apporto sufficiente di calcio attraverso il consumo quotidiano di latticini, verdure a foglia verde, semi oleosi, pesce azzurro e alimenti arricchiti. Anche l’assunzione di adeguate quantità di proteine promuove la salute ossea, mentre quantità eccessive di sale, zucchero, caffeina e alcol vanno ridotte.
  • Vitamina D: garantire l’esposizione al sole per almeno 15-30 minuti al giorno e, quando necessario, integrare la vitamina D secondo consiglio medico, soprattutto nei mesi invernali o per soggetti a rischio.
  • Astenersi dal fumo e limitare al minimo il consumo di alcol sono comportamenti essenziali per rallentare la perdita di massa ossea.
  • Monitoraggio e controlli periodici: sottoporsi a esami specifici come la densitometria ossea, soprattutto dopo i 50 anni o in presenza di fattori di rischio, consente una diagnosi precoce di osteoporosi e carenze minerali.
  • Valutare sempre con il medico il rapporto tra benefici e rischi di terapie farmacologiche prolungate che possono influenzare la salute dello scheletro.

Inoltre, intervenire tempestivamente su condizioni che riducono l’assorbimento del calcio (come disturbi gastrointestinali), trattare i deficit nutrizionali e mantenere un equilibrio ormonale ottimale riveste un’importanza cruciale per la prevenzione a lungo termine.

Adottando uno stile di vita attivo e consapevole e prestando attenzione all’alimentazione quotidiana, si possono limitare in modo significativo i rischi di indebolimento osseo e perdita di calcio, garantendo una maggiore qualità della vita e riducendo il rischio di fratture negli anni a venire.

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